Una collezione molto particolare

La biblioteca di Gould, Bernard Quiriny
L’orma editore, Collana: Kreuzville, 2013, pp.192, ISBN: 9788898038107

Si tratta di uno strano libro, in cui tutto ruota intorno all’assurdo. Ecco, si potrebbe parlare proprio di letteratura dell’assurdo. Del resto il testo stesso rimanda a questa definizione tramite l’uso frequente di termini come spettacolare, stupefacente, straordinario, paradossale, formidabile. Ogni episodio partecipa del carattere di assurdità, impossibilità, stranezza estrema. Tuttavia, il registro usato è limpido, preciso, asettico, scientifico. Ed è proprio questo il binomio estraniante: l’uso di una scrittura scientifica per raccontare avvenimenti impossibili, il rigore anglosassone per descrivere paradossi realistici.

Particolare e ben architettata è anche la struttura del libro.

Nello sfondo c’è un narratore, di cui non si conosce nemmeno il nome, un amico-discepolo-ammiratore di Gould, il protagonista di cui si parla sempre in terza persona. Gould è un uomo presumibilmente sui quaranta, cinquant’anni che si occupa di letteratura, ma più esattamente di libri. È un intellettuale dandy dai tipici atteggiamenti inglesi, sebbene lo sfondo social culturale del libro sia la Francia. Il suo portamento e il suo contegno ricordano la figura di Sherlock Holmes. Possiede una straordinaria biblioteca in cui custodisce le sue altrettanto straordinarie collezioni che danno argomenti a UNA COLLEZIONE MOLTO PARTICOLARE, una delle tre voci dell’indice che comprende 9 episodi. Vi è poi la serie de LA NOSTRA EPOCA, con 6 episodi, e, infine, DIECI CITTÀ, in cui si raccontano per l’appunto dieci città impossibili (per fare eco a Le città invisibili di Calvino). Le tre voci si snodano in serie, alternando gli episodi.

In UNA COLLEZIONE MOLTO PARTICOLARE rientrano tutti i casi di libri da collezione, perché si scrivono o si cancellano da soli, per esempio, o i libri matrioska che si possono leggere in infiniti modi a seconda che si scelga di leggere una riga sì e una no, oppure al contrario, oppure a salti, oppure la prima e l’ultima parola di ogni pagina, e chi più ne ha più ne metta. Libri accomunati dal fatto di aver inghiottito i propri autori e di esserne diventati la tomba, libri che hanno salvato delle vite umane, ecc. Rientrano in questa sezione anche le conferenze di Gould su tematiche sempre stupefacenti legate a libri e letteratura, come “La scrittura e l’oblio”.

L’introduzione-sommario de LA NOSTRA EPOCA illustra da sola molto bene di cosa si tratta:

Da un po’ di tempo a questa parte, niente va più per il verso giusto sul nostro pianeta. Ogni giorno si manifestano nuovi fenomeni, ogni settimana la nostra società diventa più assurda. Ecco la cronaca di alcuni dei profondi mutamenti che stanno stravolgendo la faccia della Terra:

-la resurrezione di massa;

-la libertà di cambiare nome a proprio piacimento;

-lo scambio dei corpi durante l’amore;

-il problematico congiungimento di realtà parallele;

-l’inspiegabile espansione della superficie del globo;

-la scoperta di un elisir di giovinezza.

Tutti temi bizzarri e inimmaginabili.

Nel testo ci sono moltissimi racconti, curiosità, fatti avvenuti a Gould o di cui ha avuto notizia, storie, testimonianze, avvenimenti di portata mondiale, taluni molto brevi e per questo ancora più assurdi. Ne è un esempio la città numero IX:

Dieci città (IX).

Livoni, Sicilia.

Pieni di fiducia, i fondatori di Livoni edificarono la loro città ai piedi di un vulcano che credevano spento.

Fine.

Durante la lettura si percepisce una sorta di complicità che l’autore, tramite il narratore, cerca di stabilire col lettore. In un’intesa un po’ ironica e un po’ sorniona lo conduce in racconti impossibili. Non è sicuramente un genere che piace a tutti, molti si trovano a disagio di fronte a un incessante susseguirsi di racconti e aneddoti estranianti e al limite del grottesco. Si parte da piccole stranezze e si arriva alle estreme conseguenze, all’esasperazione. Una forzatura del fantastico che può diventare pesante.

Non è un libro travolgente. Piuttosto, sconcertante.

Certo, per gli amanti del genere, è spassoso. E lo è soprattutto per i cultori del libro e per i bibliolatri che Gould incarna. Dal punto di vista metaletterario il libro è un pozzo di citazioni di autori e di stili. Un’autocelebrazione consapevole e compiaciuta.

Una curiosità. C’è un solo accenno a un personaggio femminile. Ad eccezione del quale non compaiono donne in questo libro. Sarebbe interessante capirne il motivo.

Bernard Quiriny, belga, traduce in un’ambientazione tipicamente francese la scientificità anglosassone e il realismo magico dei latino-americani, come il citato Borges.

Fuori di ogni dubbio è la sua fervida immaginazione. Con La biblioteca di Gould vince il Gran Prix de l’Imaginaire 2013.

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