Brutti, sporchi e gentili, di Guillaume Guéraud
Biancoenero, novembre 2016, Collana: Maxizoom, ISBN: 978-8899010430

Certe volte la vita è strana. I compagni di classe di Alighiero lo prendono in giro perché somiglia a Bart Simpson. La sua fidanzatina Ermellina sta con Alighiero perché ha una paghetta da 1000 euro. Essere il rampollo dei De La Tour, famiglia di milionari, ha diversi vantaggi, ma non dà la felicità.

Le cose cambiano all’improvviso per Alighiero quando, un giorno, dei tipi loschi lo rapiscono all’uscita da scuola. Lo portano in un posto schifoso, una discarica, dove dovrà restare finché i suoi genitori non pagheranno il riscatto.

I rapitori sono una famiglia intera, vivono tutti stretti in una roulotte, e Alighiero pian piano ci si affeziona: si scopre a suo agio in un ambiente meno impostato della sua famiglia e con persone più schiette, che avranno anche maniere burbere, ma sono sincere. Durante il rapimento di Alighiero ne succedono, di cose: alcune sanguinose (vola via un dito!), alcune bellissime, come la grigliata di carne fino a tardi. Per ottenere il riscatto i rapitori provano anche a registrare un videomessaggio, ma il ragazzo non riesce a non sembrare felice di essere lì con loro.

I giornali parleranno di sindrome di Stoccolma per spiegare come mai Alighiero non voglia tornare a casa, alla sua vecchia vita. Preferisce stare coi suoi rapitori, che si riveleranno brutti, sporchi e… gentili. La piccola Giulia, poi, per Alighiero è bellissima e, Stoccolma o non Stoccolma, se ne innamora perdutamente.

Brutti, sporchi e gentili è uno dei libri più famosi e più amati di Guillaume Guéraud. Pubblicato per la prima volta nel 2000, ha vinto il premio Fnac dei giovani lettori nel 2006, e dieci anni dopo, a novembre 2016, è arrivato in Italia per Biancoenero, con illustrazioni di Andrea Chronopoulos (Studio Pilar – fantastici). Biancoenero è una realtà editoriale tra le poche, in Italia, a pubblicare libri ad alta leggibilità, accessibili a tutti: anche a coloro che, come i dislessici, hanno difficoltà di lettura legate alla redazione del testo, all’impaginazione e a determinate scelte tipografiche.

Guillaume Guéraud è un autore molto prolifico: negli ultimi vent’anni ha scritto decine di romanzi per ragazzi, sempre noir, polizieschi, gialli. I romanzi di genere, di solito, non hanno pretese pedagogiche e anche quando fanno critica sociale, la critica serve a introdurre un ingrediente alla storia, senza troppe ambizioni. È la storia ben costruita, semmai, a portare a riflettere anche sui temi.

Brutti, sporchi e gentili è proprio un romanzo di genere: è prima di tutto una storia; e poi, come tutte le storie ben scritte, invita a riflettere. I rapitori, come è chiaro fin dal titolo, non sono cattivi: sono vittime del sistema, non si sarebbero mai messi a fare i criminali se avessero avuto il giusto, quanto basta per vivere tranquilli e comprare una nuova tv al nonno. Lo capisce anche un bambino come Alighiero, che c’è qualcosa che non va, che hanno ragione i rapitori. Alighiero è dalla loro parte, altro che Stoccolma.

E se i rapitori non sono cattivi, la famiglia, la mamma, i compagni di classe, la fidanzatina, non sono poi così gentili come sembrano. Il rapimento, per Alighiero, è anche la più grande occasione che gli sia mai capitata per scappare dalla sua triste e opprimente vita da pingue, viziato e infelice benestante ed essere finalmente nient’altro che se stesso. Se non l’avessero rapito dalla sua vita, non l’avrebbe mai capito. Certe volte la vita è strana, dicevamo.

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