In giro per i caffè del Mediterraneo, Ali al-Du’Agi
Abramo, Collana: Pavoni, Traduzione di Isabella Camera d’Afflitto,  pp. 120, ISBN: 978-8883240584

In Italia la letteratura araba rimane un’incognita e spesso viene associata confusamente a Le mille e una notte, mentre solo i più arditi si sono immersi nella lettura de Il profeta di Khalil Gibran. In un magma di proposte fatto per lo più di trame fantastiche o strettamente legate a temi filosofici e religiosi, spicca la scelta della casa editrice Abramo di Catanzaro che ha coraggiosamente portato al pubblico nostrano un piccolo gioiello di Ali al-Du’agi, giornalista, scrittore, poeta, sceneggiatore e autore di testi musicali tunisino.

Tradotto dall’arabo da Isabella Camera d’Afflitto, fra i massimi studiosi della lingua araba, In giro per i caffè del Mediterraneo è l’opera di uno dei testimoni più anticonformisti della letteratura araba. Nato nel 1909 e scomparso a soli quarant’anni, questo libro raccoglie gli appunti presi di getto da al-Du’agi durante un viaggio intrapreso nel 1933 e pubblicati a puntate due anni dopo, fra il 1935 e il 1936, e poi riproposti nel 1945.

L’edizione araba conteneva le caricature dei diversi personaggi incontrati in Francia, Grecia, Italia, Turchia e disegnate dallo scrittore stesso. Il tono usato è scherzoso, una caratteristica che rende questo testo doppiamente raro: sono infatti pochi gli autori arabi moderni giunti fino a noi che si sono potuti permettere di scrivere e di descrivere la propria quotidianità e, per giunta, in modo spensierato. Questo ci permette di capovolgere il nostro punto di vista e scoprire come, in un passato non troppo lontano, era possibile che un ricco arabo tunisino arrivasse in un’Europa, che era in cerca della sua identità, non per emigrare, ma per elargire mance alle popolazioni in ginocchio.

In giro per i caffè del Mediterraneo è un viaggio nel viaggio che, però, termina bruscamente. L’ultima parte degli appunti di viaggio di al-Du’agi è andata persa, alcuni studiosi e letterati dicono che fosse la più importante, quella alla quale lui teneva di più. Tutto quello che sappiamo è che il viaggio si è concluso in Egitto. Quanto ci è pervenuto può comunque bastare a darci il quadro di un periodo storico molto delicato. Ali al-Dua’gi stava letteralmente navigando attraverso un periodo di grandi cambiamenti. Vale la pena ricordare quali furono i risultati del fermento mondiale nelle nazioni in cui al-Du’agi ha fatto scalo nell’ultimo anno di pubblicazione delle puntate del suo viaggio.

Nel 1936 la Spagna iniziava a combattere una dura guerra civile che portò al potere Francisco Franco, in Turchia Atatürk stava sconvolgendo il mondo musulmano ed i vicini arabi tentando di fondere elementi occidentali in uno Stato dalla cultura asiatica e a maggioranza islamica. In Italia Mussolini si era appena dichiarato “duce fondatore dell’impero” e in Grecia iniziava il regime del 4 Agosto retto da Metaxas ed ispirato al “fascismo greco”. Anche se la parte sull’Egitto è la meno nota, basti sapere che nel 1936 ne fu proclamata l’indipendenza. Insomma, in un periodo tutt’altro che divertente al-Du’agi riesce a dipingere la miseria umana in un modo che ci fa pensare e sorridere, seppur con un riso amaro.

Sic transit gloria mundi. Rimane, comunque, esemplare il coraggio della piccola casa editrice calabrese che ha scelto di pubblicare questo testo unico nel suo genere.