Emozioni, di Richard Jones e Libby Walden
De Agostini, 2016, ISBN: 978-8851139834

Il cuore, si sa, è spesso un crogiolo di emozioni contraddittorie. Quotidianamente andiamo alla ricerca di spiegazioni che creino simmetrie, aneliamo paradigmi che procurino sollievo al disordine emotivo. Proviamo con lo psicologo, seguiamo corsi di auto-aiuto, riversiamo le nostre ansie su poveri confidenti che balbettano risposte inadatte. Eppure a fine giornata la confusione è sempre lì, il turbinio che alberga nel nostro animo non accenna a sopirsi. Oggi mi sono imbattuta in un albo illustrato che parla proprio di questo, dell’accettare la contraddittorietà dei nostri sentimenti. Emozioni, di Richard Jones e Libby Walden, sottolinea come l’apparente insensatezza che governa il nostro sentire sia in realtà fonte di ricchezza.

Gli autori elencano le emozioni: dalla rabbia, alla felicità fino all’imbarazzo. Poche e precise pennellate per descrivere i battiti del cuore. Usano i colori, i paesaggi e le scene di ogni giorno. Così la felicità si trasforma in una spiaggia, la rabbia è un fuoco che scoppietta, la tristezza è un oceano blu. Una guida all’emotività, al lasciarsi andare senza giudicarsi, per i bimbi che alle volte vivono momenti difficili e confusi, ma anche per i grandi con le loro nevrosi e i loro super io troppo ingombranti. Scopriamo che sentirsi soli è normale, un momento di passaggio.

Una bolla solitaria che galleggia in mezzo al blu: via dal mondo, dimenticata, dentro ci sei solo tu. Tra le nuvole ti libri, invisibile e lontano, e speri tanto che qualcuno ti tenda la sua mano.

Così come l’eccitazione è un attimo prezioso che scombussola l’equilibrio.

Spalanchi gli occhi verso il cielo, punti il naso all’insù: è in arrivo il primo botto, non puoi aspettare più. Ecco una scintilla, poi un grande bagliore dorato! E in un attimo lo spettacolo ti lascia senza fiato.

Leggendo questo delicato catalogo tutto dedicato all’umano non si può che rimanere intrigati dalla complessità e dalle infinite qualità di colore insite dentro di noi. Quindi è vero, al cuor non si comanda, bisogna solo dipanare il groviglio e dare a ogni sentimento un nome.

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