Storia del maestro che sfidò la guerra, Alberto Melis
Mondadori, 20 giugno 2017, Collana: Oscar primi junior, illustrazioni di Elisa Macellari, ISBN: 978-8804676225

Scrivere di libertà non è facile. Si rischia di tratteggiare un concetto altisonante e molto artificiale. In Storia del maestro che sfidò la guerra, invece, la libertà è qualcosa di pratico. È fatta di carta e di parole, di persone che leggono e scambiano i propri pensieri.

Il libro di Alberto Melis, arricchito dalle illustrazioni di Elisa Macellari, è ambientato nell’Afghanistan squassato dalle guerre in cui ancora si patiscono le conseguenze inflitte dall’incursione talebana. La protagonista Maryam ha perduto i genitori e la sorellina ed è costretta a trasferirsi in un piccolo villaggio, dove vivono gli zii. La sua realtà è cambiata radicalmente. Non ha più l’elettricità e l’acqua corrente, ma soprattutto non sente più quel tepore che la presenza della famiglia le assicurava. Le sue radici si sono frantumate e ora combatte per ricostruire la propria identità. Qui, però, incontra una figura bizzarra e speciale. Il maestro Amir gira in bicicletta per il villaggio e porta sempre con sé una cassetta di legno. Al suo interno conserva libri colorati da far leggere a chi incontra. L’unica a poterlo fare, però, è proprio Maryam, tutte le altre bambine non hanno mai imparato a leggere a causa del divieto imposto dai Talebani.

D’un tratto cose sorprendenti iniziano ad accadere nel villaggio. Si intrecciano corrispondenze segrete, mentre Maryam legge ad alta voce e insegna l’alfabeto alle altre bambine. Così si sfida il regime e la violenza, a suon di frasi e di racconti. In quella cassetta di legno, nelle impalpabili parole pronunciate dalla piccola protagonista è contenuto un enorme potere. La lotta che i personaggi ingaggiano sovverte l’ordine che è stato loro imposto, grazie al coraggio di chi non sa nemmeno imbracciare un fucile, si ritorna a una quotidianità fatta di storie e lentezza. Il lettore ha chiara coscienza del contesto storico, ma è anche sollevato dai tocchi di poesia che ci regala l’autore.

La voce di Maryam risuona in una realtà buia, in uno scenario politico intriso di pericolo, in cui la conoscenza è l’unica chiave per andare oltre, per riprendersi la libertà negata per le strade e nello spirito.

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