La strage di Bologna, Alex Boschetti e Anna Ciammitti
BeccoGiallo, nuova edizione a colori: 2015, collana: Cronaca Storica, prefazione di Carlo Lucarelli, ISBN: 978-8899016104

Appena rientrata dopo un mese di assenza da Bologna, un pomeriggio ho fatto quello che più mi piace fare all’interno delle mura: passeggiare senza uno scopo, senza un orario, perdendomi tra le vie, ogni volta trovando nuovi particolari che non avevo mai notato prima. Prestare attenzione ad una testa in marmo sopra una volta, prendere quella stradina che non faccio mai perché mi allunga il tragitto, fermarmi a guardare un arco murato immaginando Gandalf che urla: “tu non puoi passare!”.

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Ecco, in questo peregrinare mi sono infilata in una libreria, La libreria delle Donne in via San Felice. L’idea era quella di perdere un po’ di tempo tra i libri, ovviamente ne sono uscita con lo zaino più pesante e il portafoglio più leggero.

Tra i libri che hanno catturato la mia attenzione c’era questa graphic novel sulla strage alla stazione di Bologna; non sono di base un’amante del fumetto, ma l’immagine in copertina mi ha chiamato a sé: non ha avuto bisogno di leggere neanche il titolo per sapere ciò di cui il libro trattava.

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Con questa seconda edizione a colori uscita per la casa editrice BeccoGiallo, i due autori trattano la strage raccontando i fatti, il libro non vuole essere un’inchiesta, come dice lo sceneggiatore nelle note: “è un racconto, la ricostruzione di uno dei più torbidi capitoli della storia dell’Italia Repubblicana. Un racconto rivolto a tutti, ma soprattutto a coloro che hanno dimenticato e a chi, come me, quel giorno era ancora troppo piccolo per capire o ricordare”.

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Da storica e da bolognese, ho letto e guardato molto sul 2 agosto 1980 ma ammetto che la forza delle immagini a fumetti mi ha destabilizzato, ho avuto bisogno di guardare alcune pagine in assoluto silenzio: il disegno “urlava” da solo.

Non solo la ricostruzione della strage e degli spostamenti di Mambro e Fioravanti, ma viene anche raccontato il tentativo (o meglio, i tentativi) di depistaggio da parte della P2 e dei servizi segreti con la pista palestinese. La forza di questo racconto sta anche nei particolari: invito il lettore a notare il cambio di font quando parla Licio Gelli, la semplicità di questo cambio grafico basta per far comprendere un personaggio e la sua indole.

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“Signori non ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia mai avvenuta in Italia”, dice Pertini non appena arrivato al Maggiore. L’impresa più criminale ancora senza mandanti: si conoscono gli esecutori della strage – ora in libertà – che quel sabato hanno piazzato la bomba uccidendo 85 persone e ferendone più di 200, siamo a conoscenza dei tentativi di depistaggio che da oltre 30 anni cercano di insabbiare i fatti ma la verità sui mandanti ancora non è venuta fuori. Per questo il fumetto si concentra anche sulla nascita e sull’importanza dell’Associazione tra i familiari delle vittime della Strage di Bologna del 2 agosto 1980 che continuano a chiedere la verità.

Da non amante del fumetto mi sono dovuta ricredere grazie alla forza e alla semplicità mai banale che le tavole riescono a trasmettere, pochi colori: il nero, il bianco e le sfumature giallo-arancioni bastano per ricreare uno dei momenti più bui della nostra città.

E non so se era la conclusione perfetta del mio peregrinare all’interno delle mura, ma commuovendomi e ricordando con il libro mi sono sentita più bolognese che mai.

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