L’anno della lepre. Titolo originale: Jäniksen Vuosi, di Arto Tapio Paasilinna
Iperborea, Traduzione di Ernesto Boella, 1994, ISBN: 978-8870910407

Anno nuovo, vita nuova. Ho voluto iniziare quest’anno rileggendo un libro a me molto caro, scritto nel 1975 e tradotto per la prima volta in italiano nel 1994 da Iperborea. L’anno della lepre vinse nello stesso anno il premio letterario Giuseppe Acerbi. Attualmente è già alla sua ventunesima edizione e ne sono state vendute oltre 120.000 copie solo in Italia.

Il libro è ambientato nella Finlandia del Nord e si apre mentre il personaggio principale, un giornalista di nome Vatanen, è in viaggio in macchina con il fotografo della redazione del giornale per cui lavorano. Due persone annoiate dalla routine, stanche di dovere scendere a compromessi con i loro sogni. Vatanen non solo è sposato con una megera, ma il lavoro al giornale non lo soddisfa:

l’informazione non passava, veniva annacquata, mascherata, ridotta a una allegra storiella.

Ma proprio mentre l’autore ci presenta questa situazione, ecco la lepre irrompere nella storia tagliando la strada ai due. Viene colpita di striscio, scappando poi nella foresta. Da lì sarà questione di un attimo, Vatanen decide di scendere a soccorrerla e di prendersi cura di lei, il che lo porterà a vivere avventure che lo rimetteranno in contatto con l’umanità e lo scuoteranno dal torpore di una vita incompleta. Bisogna continuare a leggere per scoprire se, come si dice, tutto ha un prezzo. Dopotutto, anche scegliersi la vita che si vuole, in fondo, è una defezione.

Questo libro in Finlandia è un vero e proprio cult, in quanto fortemente rappresentativo dei temi della letteratura nordica: la natura, la nostalgia per la semplicità e il desiderio di libertà che è insito nell’uomo, l’amore per il surreale e per il paradosso. Tutto questo riportato con lo stile inconfondibile di Paasilinna: ironico, schietto e dissacrante. Come non ricordare quell’episodio, nel capitolo “In chiesa”, in cui il prete rincorre la lepre e la prende a fucilate proprio dentro la chiesa (mancandola) per vendicarsi del fatto che avesse disseminato le sue palline di feci davanti all’altare? Oppure il paradosso nel capitolo “L’incendio nella foresta”, in cui Vatanen, assoldato per far fuggire gli animali dalla foresta in fiamme, incontra un uomo al quale l’incendio ha portato via tutto tranne i dieci litri di grappa coi quali è riuscito a scappare, trasportandoseli sul groppone?

Il legame tra Vatanen e l’animaletto diventa così forte che si fatica quasi a distinguere chi sia il vero protagonista di questo romanzo, se sia cioè l’uomo o la natura o se, piuttosto, sia l’uomo che, rispettoso della sua natura, riesce effettivamente a vivere appieno la sua vita. Comunque sia, speriamo proprio che quest’anno sia anche per noi “L’anno della lepre”.

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L’anno della lepre è disponibile anche come audiolibro, letto per voi da Giulio Scarpati.