Maneggiando Le volpi del deserto, prima di iniziare a leggerlo, nei risguardi del libro ci si trova tra le mani due mappe del Mediterraneo: la prima indica la rotta del volo di Antoine de Saint-Euxpéry da Parigi al punto della Libia in cui precipitò col suo aereo nel 1935; la seconda è la mappa del tesoro del romanzo. Sono lì in bella vista perché Le volpi del deserto è sì un romanzo avvincente, ben scritto, ricco di riferimenti alla storia contemporanea e alla letteratura per ragazzi, ma è soprattutto un libro che ha il pregio di spiegare che cos’è davvero una mappa.

Prima di leggere il romanzo, quelle due mappe non dicono niente. Sono solo delle cartine geografiche. Per capirle serve una chiave di lettura, che è nelle 317 pagine che le separano.

Siamo nell’estate del 1986, in Corsica. Nella cittadina di Dautremere sbarca la famiglia Renard (“volpe”, in francese), che arriva da Marsiglia e ha rilevato il vecchio Hotel Napoléon, in seguito alla morte del precedente gestore. Morice Renard ha undici anni e in spiaggia incontra Audrey, sua coetanea. La ragazzina lo introduce ai misteri di Dautremere e, indagando, i due finiscono sulle tracce di un sottomarino pieno d’oro che qualcuno si dice abbia nascosto durante la Seconda guerra mondiale. Il sottomarino è quello che si vede sospeso a mezz’aria nella copertina (una delle ultime opere di Gianni De Conno, poco prima della sua prematura scomparsa), ma molto più difficile da trovare. Eppure è da qualche parte in mare, lungo la costa di Dautremere.

Nella storia del tesoro nascosto sono coinvolti Antoine de Saint-Euxpéry e il feldmaresciallo nazista Erwin Rommel: sono loro due, le volpi del deserto. Poi c’è la popolazione di Dautremere, che conta poche anime, molte delle quali però hanno qualcosa da nascondere, o da raccontare. E, infine, ci sono anche i nazisti.

L’unico modo per scoprire la posizione del sottomarino è risolvere gli enigmi che man mano si presentano sfogliando libri polverosi e vecchi diari di guerra e ascoltando i racconti di Mathis, un vecchio cieco che sembra sapere tutto sulle vicende di Dautremere.

Proprio come il lettore che apre Le volpi del deserto e si trova tra le mani due mappe illeggibili, anche i giovani protagonisti del romanzo hanno in mano fin dall’inizio la chiave per trovare il sottomarino nascosto, ma non lo sanno. Come diceva il piccolo principe, l’essenziale è invisibile agli occhi. Per decifrare la mappa del tesoro, Morice e Audrey devono scoprire cosa è successo davvero a Dautremere e in Europa nell’estate del 1944, poco prima dell’ultimo volo di Antoine de Saint-Euxpéry.

Le mappe sono qualcosa in più di semplici cartine geografiche: il loro scopo non è descrivere dei territori, ma condurre chi le legge lungo un percorso. Ogni mappa racconta una storia, e lo fa attraverso le indicazioni essenziali per raggiungere il tesoro. Tutto il romanzo di Pierdomenico Baccalario è racchiuso in quelle due mappe nei risguardi, che, una volta letto il libro, diventano immediatamente chiarissime.

Le volpi del deserto è uno dei candidati finalisti al Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2019, nella categoria +11. 
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